«Aria! Finalmente un po' d'aria! Anche se mi controllano non comprendono che non potranno mai tenermi prigioniero tra queste mura. Il mio corpo, certo, sarà sempre rinchiuso qui, ma la mia mente fugge via, viaggia: si libera.
Quando sono all'aria aperta mi siedo su una panchina e rimango lì seduto, credo per ore, in silenzio scrutando la vita da lontano, cercando di cogliere per qualche attimo l'ebbrezza dell'essere vivo».
«Ascoltate voi tutti che mi circondate,
ascoltate il silenzio dei miei occhi
là dove la mia anima giace
e la mia dignità muore
calpestata dall'agonia di questo mondo,
là dove anche il mio orgoglio trova rifugio
che sentirete il mio canto,
il mio inno alla vita.
Calpestate dunque
maltrattate vuoi tutti
"questo è solo un povero matto",
ma è libero, libero,
libero da ogni legame.
Nessuno potrà azzittire, ormai
tutti dovranno ascoltare
ascoltare il mio canto:
il mio silenzio».
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