mercoledì 16 luglio 2008

Libertà

«Stanza 18. Sono passato davanti alla 18, non so cosa succeda in quella stanza, ma di certo niente di buono. Tutte le persone che sono ritornate dalla loro permanenza in quella stanza sono peggiorate, alcune non le ho più riviste.
Molte persone hanno perso se stesse in quella stanza e sta crescendo in me l'idea che anche io sia passato per la 18. Solo così si spiega la mia perdita di memoria, i miei momentanei blackout, la mia follia.
Follia, cos'è questa follia! Molta gente mi guarda con occhi pieni di pietà, compassione, parlano di me come se io non fossi tra loro. "Povero matto rinchiuso in quella clinica, senza speranza". Poveri voi che non capite che non sono io in prigione, ma voi
».

«Io sono libero, questa mia follia mi rende libero, libero da ogni legame, libero da ogni catene, libero da ogni complesso, da ogni inibizione. Sono libero! Libero di essere. Ma voi, voi siete incatenati dalla vostra imperfezione, dalle vostre debolezze, dalle vostre inibizioni, dalle vostre fissazioni, dai vostri complessi e dalle vostre manie. La vostra mente è prigioniera di voi. "Dove il discorso come un vento ci porta, là intendo andare" (Platone).
Liberate la mente e viaggiate con essa
».

mercoledì 9 luglio 2008

Una lacrima

«La mia mente come il tempo si è fermata
lo scorcio del mare rispecchia
la malinconia del mio cuore solo.
Neanche il vento più smuove
quel soffio di vita che è in me».

«Una lacrima cade da questo mio viso,
leggera si posa sulla mano di chi ha mentito;
amara come il mondo si espande
e non dà scampo a questo mio cuore ferito».

lunedì 7 luglio 2008

Chi siamo?

«Sono qui seduto sul mio letto e sento in me una sensazione che mi attanaglia l'anima, una strana sensazione di panico, la prima volta dopo il mio risveglio.
Mi manca! Mi manca la sua presenza, la sua compagnia il suo amore. Mi domando chi
sono?
Non so quanti al mondo si facciano questa domanda e quanti abbiano una risposta; io non ho una risposta.
Come facciamo a sapere chi siamo? Come facciamo a sapere se ci conosciamo realmente?
Io non so cosa facevo, dove abitavo, dove sono cresciuto, chi sono i miei famigliari, chi mi ha cresciuto, sfamato. Io semplicemente non so chi sono.
Sono i ricordi che ci dicono chi siamo, da dove veniamo e quindi dove stiamo andando».

«Sono qui fermo alla stazione,
invano aspetto il treno che mi porti via,
che mi porti dove stavo andando;
dove i miei ricordi si sono nascosti,
dove finalmente potrò incontrarla,
riconoscerla, riconoscermi.
Sono qui fermo alla stazione
in attesa che la mia vita,
o che la vita, mi dia la possibilità
di essere semplicemente io
».

domenica 6 luglio 2008

Un tempo, anche io....

«Dinuovo lei!
L'ho sognata dinuovo, il suo viso...... mi scrutava, mi guardava, mi sorideva. Non riuscivo a vedere i suoi occhi, ma sentivo il suo sguardo su di me; non riuscivo a vedere le sue labra, ma sentivo le sue risate rieccheggire nella mia mente.
Non so se sia meglio se sapere o non sapere cosa aver perso, non ricordo nulla del mio passato, ma in me c'è un vuoto che riesco a colmare solo quando sogno lei; eppure non so chi è e nemmeno che parte ha avuto nella mia vita.
Ora sono quì a fissare questa bianca parete e pensare che, un tempo, anche io....sì anch'io....
Tempo, cos'è il tempo? Solo un altra dimenzione o la nostra punizione?
Siamo solo una goccia d'acqua nell'oceno del tempo, una misera ombra sui muri alti della vita in un mondo di luci che vengono e vanno in questa eternità».

sabato 5 luglio 2008

Il silenzio dei miei occhi

«Aria! Finalmente un po' d'aria! Anche se mi controllano non comprendono che non potranno mai tenermi prigioniero tra queste mura. Il mio corpo, certo, sarà sempre rinchiuso qui, ma la mia mente fugge via, viaggia: si libera.
Quando sono all'aria aperta mi siedo su una panchina e rimango lì seduto, credo per ore, in silenzio scrutando la vita da lontano, cercando di cogliere per qualche attimo l'ebbrezza dell'essere vivo».

«Ascoltate voi tutti che mi circondate,
ascoltate il silenzio dei miei occhi
là dove la mia anima giace
e la mia dignità muore
calpestata dall'agonia di questo mondo,
là dove anche il mio orgoglio trova rifugio
che sentirete il mio canto,
il mio inno alla vita.
Calpestate dunque
maltrattate vuoi tutti
"questo è solo un povero matto",
ma è libero, libero,
libero da ogni legame.
Nessuno potrà azzittire, ormai
tutti dovranno ascoltare
ascoltare il mio canto:
il mio silenzio».

venerdì 4 luglio 2008

Un sogno strano

«Mi sono svegliato di scatto,scosso da uno strano sogno. Camminavo su una strada solitaria ascoltando in silenzio il rumore dei miei passi che rimbombavano come una musica incessante nella mia mente. Tutto era buio davanti a me ed indietro solo il frastuono dei ricordi, ricordi confusi come se la mia mente cercasse invano di riappropriarsene; mi fermai, tentato quasi di immergermi in quella confusione, ma d'un tratto tutto scomparve dalla mia vista; non esiste più nulla che io ricordi. Ripresi il mio cammino.»

giovedì 3 luglio 2008

Il Matto

«Nacqui tanto tempo fa, non ricordo né il giorno né l'anno, nella mia vita ho conosciuto tante donne, tanti uomini, ma ora non ricordo più i loro nomi, i loro volti. La mia vita incomincia qui tra queste quattro mura, senza un passato.
Ricordo solo un volto, un volto senza nome, una donna. Il suo volto mi appare continuamente nei sogni, sono tormentato da lei perché per quanto io mi sforzi di ricordare, il suo nome mi sfugge via, d'altronde non ricordo neanche il mio di nome.
Per tutti sono lo smemorato, il malato: il matto.»